Venezia non è Las Vegas
Venezia non è Las Vegas. Così gli astrofili veneti contestano il progetto di illuminazione previsto nel molo di Ponente del porto di Venezia. “Il progetto è almeno quattro volte più potente di quanto necessario – assicura Leopoldo Dalla Gassa, il responsabile regionale dell’associazione Veneto Stellato che si propone di coordinare tutti i gruppi di astrofili del Veneto –, non siamo solo noi a dirlo visto che già l’Arpav ha espresso le sue perplessità in merito e visto che l’argomento è stato anche oggetto di interrogazione in Consiglio regionale.” Il progetto, di quasi 2 milioni di euro, 700 mila dei quali previsti per l’installazione di 15 torri faro a riflessione, prevede, a detta degli astrofili, potenze stratosferiche: “Si parla di un impianto da 200 Kilowatt/ora (per capirsi quanto basta ad un comune di 20 mila abitanti) – continua Dalla Gassa – quando ne basterebbero 50 al massimo. Un impianto del genere consumerà in un anno almeno 105 mila euro (alle tariffe attuali), quando forse ne basterebbero neanche 30 mila. Certo, al molo di Ponente arrivano le navi da crociera, ma ci risulta che arrivino di giorno, non di notte. E comunque i progetti dovrebbero essere pensati con un occhio di riguardo nei confronti dell’ambiente – continua –, anche perché Venezia non è Las Vegas”. Ma le considerazioni non finiscono qui. “Per quest’opera – prosegue il rappresentante degli astrofili – nel capitolato si parla di ‘apparecchi di illuminazione che abbiano un rendimento del 24%’ quando un buon apparecchio ormai ha un rendimento dell’80-85%. Significa farsi del male, è come comprare una 500 che consuma come un Tir.” A monte di tutto sembrano palesi gli interessi di progettisti che “grazie alla legge Merloni – spiega – guadagnano il 2% del costo di ogni opera pubblica e ovviamente non hanno alcun interesse a tenerne basso il costo. In tal caso poi lo stesso studio di progettazione è legato a doppio filo con il consulente della ditta che fornirà gli impianti – illustra Dalla Gassa –, un binomio tutt’altro che nuovo a imprese di questo genere”. Contro lo spreco di risorse pubbliche Veneto Stellato è pronto anche a rivolgersi alla Corte dei conti perché “il nostro ragionamento – chiarisce l’astrofilo – è basato semplicemente sul buonsenso. Non possiamo ignorare che un kilowatt equivale a 0,5 grammi di CO2 e che dunque il risparmio energetico è la prima centrale ad emissioni zero che possiamo costruire. E poi – chiude – un progetto del genere, oltre a non rispettare i limiti imposti dalla legge regionale 17/2009, cozza con l’inserimento del planetario del Lido di Venezia in zona di protezione dall’inquinamento luminoso perché in pratica cancellerebbe le stelle da buona parte del cielo veneziano.” Ma per una città da 20 milioni di turisti l’anno forse questi sono solo inutili romanticismi.
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