domenica 19 ottobre 2008

Tutti gli obiettivi previsti della «città contemporanea»

Tutti gli obiettivi previsti della «città contemporanea»: dalla tutela della risorse ambientali alla difesa del suoloVenezia
(p.n.d.) È nel contesto della "città contemporanea" che si innesta la programmazione complessiva del Pat che nel ribadire le linee guida, indica interventi ben specifici in più ambiti passando in rassegna dettagliatamente le molteplici sfaccettature del territorio "bipolare" di Venezia e di Mestre. E questo, peraltro, l'occasione non solo di fare il punto sulle realizzazioni, ma anche quella di delineare progetti innovativi per entrambe le città.
RISORSE AMBIENTALI E NATURALISTICHE - Come nel caso della tutela della risorse naturalistiche e ambientali attraverso la salvaguardia dei litorali, della gronda lagunare, con l'istituzione di siti di importanza comunitaria (Sic) e zone di protezione speciale (Zps) come l'intera Laguna Nord; le isole di Lido e Pellestrina, biotopi litoranei, il Bosco di Carpenedo; il sistema fluviale del Marzenego; del Dese e quello della Riviera del Brenta in località Malcontenta, Ca' Brentelle e Ca' Sabbioni, con la difesa di area come quella di Tessera, Montiron, Campalto.
DIFESA DEL SUOLO - In questo contesto si inserisce la delicata questione del Mose. In questo senso il Pat ha parole precise, in equilibrio tra i presunti benefici del futuro sistema di dighe mobile e le perplessità di un'opera pubblica gravosissima per la finanza pubblica, ma che, visti gli interventi in atto, potrebbe creare più di qualche problema. «Alcuni interventi - si legge del documento preliminare del Pat - determineranno condizioni irreversibili. Con gli interventi in atto sono stati completati la realizzazione di dighe foranee a mare; il rinforzo e la ristrutturazione dei moli alle bocche di porto; la conca di navigazione a Malamocco; l'isola delbacantra Lido, Sant'Erasmo e Punta Sabbioni, Le modifiche già apportate hanno mutato in modo significativo l'assetto precedente con impatti irreversibili dal punto di vista paesaggistico su parti consistenti di aree litoranee protette anche da direttive europee e allo stesso equilibrio idraulico dei porti e della laguna. Il Mose, in quanto intervento di natura ingegneristica, non può considerarsi soddisfacente a risolvere i problemi della salvaguardia della laguna, ma ne costituirà presupposto non eludibile».
PAESAGGIO AGRARIO LAGUNARE - In questo senso, il Pat introduce le questioni legate alle attività di pesca di pari passo con la tutela delle attività collaterali, la difesa del sottosuolo marino e della fauna. Allo stesso tempo il piano si premura di individuare e valorizzare gli ambiti territoriali prettamente agricoli (Sant'Erasmo, Vignole, innanzitutto) tentato di "ricostruire" una rete tra elementi naturalistici e antichi contesti urbani. In terraferma, il Pat individua il Bosco di Mestre come punto di riferimento essenziale per la riqualificazione del contesto paesaggistico-ambientale della cintura urbana della terraferma.
PAESAGGIO STORICO - E qui la fanno da padrone le testimonianze storico-artistiche, dal campo trincerato di Mestre e la rete formidabile dei vari Forti militari distribuiti sul territorio; la valorizzazione delle ville storiche (Terraglio, Castellana, Miranese, Riviera del Brenta), dell'area di testimonianze post-industriali a Marghera; gli insediamenti residenziali di "Città giardino" a Marghera e in viale San Marco; la tutela dei complessi edilizi rurali. Analogamente il Pat prevede, nell'ambito delle singole varianti al piano regolatore generale interventi di recupero nei centri urbani "minori": Murano, Burano, Mazzorbo, Torcello, Lido, Pellestrina in laguna; Chirignago , Gazzera, Asseggiano, Carpenedo, Zelarino, Favaro in terraferma.
IL SISTEMA INSEDIATIVO - In quest'ambito il Pat intende offrire una quantità di aree proporzionate alla dimensione demografica che si ritiene ottimale per il comune compatibilmente con la quantità di suolo che si ritiene di poter urbanizzare. E in questo senso vanno intesi i servizi alla residenza, anche con l'utilizzo del credito edilizio; le nuove polarità urbane (zona del nuovo ospedale All'Angelo con il sistema ferroviario metropolitano regionale, zona Aev sul Terraglio, area di Tessera a ridosso dell'aeroporto, via Torino in terraferma; polo universitario Iuav-Ca' Foscari, Cittadella della giustizia all'ex Manifattura Tabacchi, Arsenale, isola del Tronchetto, ex Campo di Marte alla Giudecca e Marittima per il centro storico).
AREE PRODUTTIVE - A questo proposito il Pat individua, al di là dell'area storica di Porto Marghera, altre zone di insediamento produttivo: Ca' Emiliani; Terraglio e Dese; l'area di via Giustizia, via Torino e quella tra via Fratelli Bandiera e via dell'Elettricità a Marghera. E se per Porto Marghera si ribadisce la vocazione alla realizzazione di una piattaforma logistica integrata con processi innovativi di ricerca, le altre zone vanno orientate verso progetti di industrializzazione sostenibile con particolare riferimento al settore artigiano e di piccola e media impresa.
IL TURISMO -Qui l'imperativo indicato dal Pat è soprattutto quello di gestire i flussi, la gestione della mobilità, la valorizzazione di aree strategiche (Tessera, Fusina), la qualificazione dell'offerta ricettiva con un occhio di riguardo al settore crocieristico e quello nautico, ambedue in espansione.
LA MOBILITA' - É il capitolo che più è al passo con i tempi e che troverà sviluppo con la realizzazione di nuove infrastrutture vedi il Passante di Mestre, la realizzazione del Sistema ferroviario metropolitano regionale, la rete del tram e, infine, quello dei parcheggi scambiatori. Grande enfasi, inoltre, viene data ai nuovi sistemi di mobilità su gomma (car sharing, car pooling, servizio di bus a chiamata, taxi collettivo), o ciclopedonali. A questo proposito il Pat fa riferimento al Piano urbano della mobilità di area vasta (Puma.Av) come futuro strumento strategico di mobilità dell'area metropolitana veneziana.
Gazzettino di Venezia del 15 ottobre 2008

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